Educare all’equità di genere in età prescolare per una migliore conoscenza di sé

Caratteristiche

Sistema integrato Modena 0/6
Fondazione Cresci@mo


Educare all’equità di genere in età prescolare per una migliore conoscenza di sé

“Maschio o femmina?”
(Nel presente percorso formativo si utilizzerà una terminologia accurata e aggiornata. In particolare, si distinguerà tra sesso, inteso come categoria biologica assegnata alla nascita -basata su caratteristiche fisiche e cromosomiche-, e genere, inteso come costrutto sociale e culturale legato ai ruoli, alle aspettative, ai comportamenti e all’identità personale. Sebbene si tratti di concetti distinti, nella comunicazione quotidiana vengono spesso utilizzati come sinonimi, generando ambiguità. Una comprensione consapevole di questa distinzione è fondamentale per promuovere un approccio educativo più equo e rispettoso delle diversità)

E allora “Maschio o femmina?” La risposta a questa domanda è la caratteristica di una persona che registriamo per sempre e non scordiamo più. È la prima domanda che facciamo quando sappiamo di una nuova nascita, il primo elemento che utilizziamo per definire noi stessi, come connotazione fondativa della nostra identità (Ghigi, 2021).

Sappiamo come, già a partire dalla prima infanzia (2 anni circa), i bambini e le bambine siano in grado di distinguere le persone di genere maschile da quelle di genere femminile e utilizzino questa dimensione (accanto a età, caratteristiche fisiche, oggetti posseduti, abilità) per categorizzare e descrivere se stessi/e (Sé categoriale) e gli altri. Sappiamo anche come il processo di differenziazione di genere e l’acquisizione di comportamenti “appropriati” in base al genere sia molto precoce (età prescolare). Già a partire dai 4 anni circa, i bambini e le bambine comprendono che l’appartenenza a un genere è un dato stabile che perdura nel tempo e, intorno ai 5-6 anni, iniziano a sentirsi stabilmente appartenenti ad un certo genere (costanza di genere). 

Tutto questo è innato o acquisito? Fino agli anni ’60 le ricerche sono state fortemente influenzate dal modello della congruenza (Kagan, 1964) che descriveva la presenza di caratteristiche della personalità mutualmente escludenti, che differenziano i due generi. La personalità maschile e femminile è inserita in un sistema bipolare/dicotomico, entro cui collocare le caratteristiche individuali. La mascolinità sarà, perciò, determinata in base alla sua distanza dalla femminilità e viceversa. Il benessere psicologico dipende dalla congruenza tra caratteristiche di personalità e il proprio genere di appartenenza. Tali studi hanno quindi individuato differenze tra uomini e donne ricondotte a tratti di personalità biologicamente determinati: donne come più socievoli, ansiose, suggestionabili, e orientate alla cura, uomini più aggressivi, indipendenti, spinti all’autorealizzazione e al successo. Ricerche più recenti, grazie anche all’utilizzo di metodologie più adeguate, hanno evidenziato molte più somiglianze tra bambini e bambine. A partire dagli anni ’70 in poi mascolinità e femminilità hanno iniziato ad essere considerate come due dimensioni della personalità tra loro indipendenti che possono coesistere e combinarsi nella medesima persona. Tale coesistenza prende il nome di androginia psicologica (Bem, 1974), condizione auspicabile, secondo l’autrice, rispetto alla tipizzazione di genere perché offrirebbe maggiore adattabilità alle diverse situazioni offrendo una gamma variegata di comportamenti e attitudini possibili che vanno oltre le prescrizioni dettate dai tradizionali ruoli di genere. 
Le differenze esistenti tra bambini e bambine non dipendono quindi da caratteristiche biologiche ma da preferenze congrue con i ruoli e gli stereotipi di genere (scelta dei compagni, scelta dei giocattoli, stile relazionale), ovvero le aspettative e le qualità attribuite ad una persona in quanto uomo o donna. Questi ruoli e stereotipi di genere sono appresi dai principali modelli di socializzazione, ovvero la famiglia e i contesti educativi (Eccles et al., 2000; Beaman et al., 2006), ma anche da coetanei e pari (Witt, 2000) e altri adulti. Questi ultimi, nelle pratiche educative e non, fanno sistematicamente riferimento a scelte e comportamenti che rinforzano le aspettative sociali legate ai generi. Fin dalla nascita, infatti, bambini e bambine sono trattate in modo diverso (ad es. le bimbe sono stimolate sul piano verbale, mentre i bimbi vengono spinti ad esplorare, ad essere attivi all’interno del loro ambiente).
Esistono numerosi studi che mostrano come i bambini e le bambine, fin dalla più tenera età (Carli e Bukatko, 2000; Jackson, 2007), apprendano i ruoli di genere che tradizionalmente prevalgono nella società, osservando e imitando i propri modelli di riferimento (Endendijk et al., 2018). I bambini e le bambine, socializzati/e a queste norme e valori, interiorizzano progressivamente questi schemi e li usano per giudicare gli altri, per scegliere gli amici e i compagni di gioco e per costruirsi delle aspettative nei loro confronti (Solbes-Canales et al., 2020). Appare rilevante sottolineare come questi stereotipi e ruoli di genere non siano una semplice lista di caratteristiche che contraddistinguono il maschile e il femminile, ma specificano e riflettono anche un preciso rapporto di dominanza e subordinazione nel quale al maschile vengono riconosciuti un prestigio, uno status e un accesso alle risorse (economiche, simboliche, sociali) maggiori rispetto al femminile. In questo modo, le credenze di genere non solo impongono una visione iniqua tra i generi ma ne legittimano anche il mantenimento, specificando la causa nelle caratteristiche che contraddistinguono appunto il maschile e il femminile.

Obiettivi della formazione
Nell’ottica di un’auspicata parità di genere diventa quindi fondamentale formare gli/le educatori/trici e gli/le insegnanti dei servizi per l’infanzia 0-6 al fine di:
1. Comprendere come bambini e bambine si rappresentano i generi, il rapporto tra generi e costruiscono le loro identità in età prescolare;
2. Riflettere sulle pratiche educative quotidiane per riconoscere e modificare atteggiamenti e strategie che, anche inconsapevolmente, rinforzano stereotipi e disuguaglianze; 
3. Promuovere contesti educativi inclusivi e attenti alle differenze;
4. Fornire strumenti operativi e attività concrete per valorizzare l’espressione individuale di ogni bambino e bambina, oltre le aspettative normative di genere. 
Gli incontri avranno sia carattere seminariale che laboratoriale.

L’obiettivo sarà quello di creare uno spazio di riflessione rispetto ai propri pensieri, emozioni, atteggiamenti sul tema in questione, cercando di focalizzare l’attenzione sulle strategie educative adottate più frequentemente e su come esse potrebbero essere riadattate o rivalutate allo scopo di promuovere l’equità di genere durante le attività quotidiane. Dopo un inquadramento generale sulla tematica in oggetto, verranno presentati i materiali e le attività utilizzate con i bambini in precedenti ricerche. Verranno inoltre mostrate alle insegnanti e agli insegnanti alcune specifiche attività da implementare con i bambini al fine di promuovere un’educazione all’equità di genere e alla conoscenza di sé, al di là degli stereotipi. La documentazione di queste attività realizzate dalle/gli insegnanti durante il percorso sarà condivisa e supervisionata dalle formatrici durante gli incontri formativi.

Calendario degli incontri 

martedì 25 novembre 2025 dalle 16.30 alle 18.30 
martedì 16 dicembre 2025 dalle 16.30 alle 18.30 
martedì 20 gennaio 2026 dalle 16.30 alle 18.30 
►martedì 17 febbraio 2026 dalle 16.30 alle 18.30 

martedì 17 marzo 2026 dalle 16.30 alle 18.30 
martedì 21 aprile 2026 dalle 16.30 alle 18.30 

Sede: Memo, viale Jacopo Barozzi 172, Modena

Destinatari: educatrici/tori di nido d'infanzia e insegnanti di scuola dell'infanzia dei servizi 0/6  di Modena

Relatrici: Francesca Rossi, psicologa PhD student Università degli studi di Parma
Arianna Mori, psicologa psicoterapeuta PhD Università degli studi di Parma

Durata: 6 incontri di due ore ciascuno per un totale di 12 ore

Numero di adesioni: massimo 7 iscrizioni + 18 posti riservati al personale di Fondazione Cresciamo (25 posti totali)

Programma

Data
Ora inizio
16:30
Ora fine
18:30
Ore totali
2.0
Sede
Memo, viale Jacopo Barozzi 172, Modena
Obbligatorio
Data
Ora inizio
16:30
Ora fine
18:30
Ore totali
2.0
Sede
Memo, viale Jacopo Barozzi 172, Modena
Obbligatorio
Data
Ora inizio
16:30
Ora fine
18:30
Ore totali
2.0
Sede
Memo, viale J. Barozzi 172 Modena
Obbligatorio
Data
Ora inizio
16:30
Ora fine
18:30
Ore totali
2.0
Sede
Memo, viale J. Barozzi 172 Modena
Obbligatorio
Data
Ora inizio
16:30
Ora fine
18:30
Ore totali
2.0
Sede
Memo, viale J. Barozzi 172 Modena
Obbligatorio
Data
Ora inizio
16:30
Ora fine
18:30
Ore totali
2.0
Sede
Memo, viale Jacopo Barozzi 172, Modena
Obbligatorio
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