Coordinamento Pedagogico Territoriale
L’Approccio Dialogico a supporto della funzione del coordinamento nella relazione con il gruppo di lavoro e con i soggetti territoriali
L'Approccio Dialogico, sviluppatosi in Finlandia e in altri Paesi del nord Europa, ha sostenuto il cambiamento organizzativo di alcune municipalità permettendo un viraggio culturale rispetto alla settorializzazione dei contesti e introducendo una visione democratica nei rapporti tra professionisti e cittadini.
Le pratiche dialogiche possono essere utilizzate per far dialogare, in modo costruttivo, i soggetti di un sistema al fine di analizzare insieme le prassi, valorizzando quelle più efficaci, come elementi utili nel costruirne altre; individuare le criticità e le potenzialità; definire azioni concrete, i compiti che ciascuno può assumere e i dispositivi di connessione nel percorso per giungere a un obiettivo condiviso, collocato nel tempo e nello spazio. L’Approccio e le pratiche dialogiche sperimentate in Finlandia hanno consolidato un sistema che dall’empowerment dei cittadini (non solo vulnerabili) e dei contesti risale lungo tutta la filiera dei servizi, integrandosi e sviluppando dialogicità. Sono state sviluppate nuove modalità di partecipazione e inclusione dei cittadini nella costruzione e gestione delle politiche e dei servizi in diversi settori.
L’Approccio è centrato sul principio dialogico e sul presupposto che gli operatori non sono chiamati a dare soluzioni, ma a promuovere riflessività tra tutti i soggetti coinvolti nella situazione, generando così risposte da quegli stessi soggetti. “La dialogicità non è un metodo in senso stretto, ma una presa di posizione, un atteggiamento, un modo di essere tra le persone, al cui centro si trova una fondamentale relazione di Alterità: le persone sono tutte sullo stesso piano, ma non sono identiche” (T. Arnkil, J. Seikkula, Metodi dialogici nel lavoro di rete, Erickson, 2013). L'Altro è sempre più di quanto possiamo mai sapere, come sottolinea Emmanuel Levinas (1969) - ed è proprio questa alterità che rende i dialoghi sia possibili che necessari. La vita è relazionale, le persone nascono e vivono in relazioni, ma sono per sempre diverse. Dobbiamo riconoscere e accettare l'altro, rispettare la sua alterità - senza condizioni. Il rispetto incondizionato per l'Alterità ha profonde conseguenze sulla vita personale e sul lavoro professionale.
L’approccio dialogico favorisce e valorizza il coinvolgimento e la connessione tra i diversi soggetti implicati in un Progetto/Servizio. Vengono esplorate e portate alla luce le risorse di ciascuno e le preoccupazioni soggettive, permettendo di uscire da una prospettiva “oggettiva” in cui c’è chi definisce il problema, individua le risorse e risponde ai bisogni e chi può solo essere destinatario di servizi, riproducendo una dinamica di dipendenza e contro-dipendenza per cui il cittadino/utente può solo posizionarsi a valle del percorso con modalità di accettazione o di rifiuto.
È un approccio incentrato sull’acquisizione di strumenti di facilitazione attraverso percorsi in cui si “impara facendo”.
L’attivazione di una valutazione delle buone prassi e delle preoccupazioni permette di riposizionare tutti i soggetti coinvolti in una dimensione costruttiva, collaborativa che favorisce il miglioramento del Servizio.
L’Approccio dialogico considera l’apertura al dialogo e l’allestimento dei contesti di confronto e ascolto come aspetti di un percorso che tiene conto di esperienze già in atto e di prefigurazioni, aspettative, desideri, che sono parte della costruzione futura. È una esplorazione conoscitiva perché rende evidente il criterio di attribuzione del valore dei diversi interlocutori coinvolti, che si traduce nel modo in cui si assegna significato a quanto accaduto, ai suoi esiti e all’orientamento futuro. Il processo valutativo diventa pertanto uno spazio intersoggettivo e interdipendente che produce apprendimenti che possono costituire un bagaglio di conoscenze condivise, valorizzabili in percorsi successivi. In questo senso viene pensato e realizzato come strumento di sostegno all’azione.
Si favoriscono le condizioni per cui tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione/riorganizzazione del Servizio/Progetto possano essere implicati nel narrare la propria esperienza, le criticità incontrate, le risposte individuate per fronteggiare le preoccupazioni, le eventuali innovazioni introdotte, i risultati conseguiti, in modo da raccogliere alcuni apprendimenti condivisi in merito alle preoccupazioni affrontate e ai percorsi di intervento realizzati. Il dialogo costante porta a costruire un piano d’azione con tutti i soggetti coinvolti, favorendo un’evoluzione delle attività del Servizio/Progetto che veda sempre più coinvolte e protagoniste tutte le risorse del sistema. La definizione stessa di chi fa parte del Sistema è dinamica e viene individuata da tutti i soggetti coinvolti.
La dimensione dell’ascolto, sia nel colloquio individuale che nello spazio di gruppo permette di mitigare il livello di preoccupazione che, se non accolto, potrebbe tradursi in frustrazione, rabbia, oppositività, isolamento. Sentirsi ascoltati non equivale a trovare immediate soluzioni, ma risposte al proprio interrogare l’altro sul valore del proprio sentire. Se si riesce a garantire questa dimensione del confronto e del riconoscimento reciproco, diviene possibile attivare percorsi di costruzione e negoziazione di soluzioni possibili che “imparino” a tenere conto anche di dimensioni strutturali connesse ai vincoli. Gli spazi dialogici consentono anche di sperimentare la propria capacità di tenuta nelle fasi critiche, per scoprire competenze e abilità sconosciute o latenti, prendendosi cura delle preoccupazioni e imparando a “navigare” l’incertezza.
Per i coordinatori dei servizi educativi questo Approccio arricchisce le abilità tecniche introducendo una prospettiva promettente, ma anche sfidante rispetto alla capacità di rinunciare a un controllo continuo e a imparare a fidarsi dell’altro, come soggetto con cui costruire le risposte. Può essere sviluppata una competenza dialogica utile a sostenere i rapporti tra ruoli nel proprio Servizio e nel confronto con i Soggetti territoriali e a sviluppare modalità di confronto costruttivo anche con gli utenti.
Gli incontri sono condotti da Anna Lucia Carretta, referente in Italia dell’Approccio Dialogico Finlandese di Dialogues & Design Ltd di Heikki Ervast e Jukka Akola. Nel secondo incontro sarà presente anche Heikki Ervast.
Obiettivi degli incontri
- conoscere le basi dell’Approccio Dialogico, i suoi principi guida, i principali strumenti;
- esplorare punti di forza e preoccupazioni presenti all’interno del proprio contesto di lavoro e nella relazione con altri soggetti territoriali;
- individuare e sperimentare strumenti dialogici a supporto del proprio lavoro quotidiano;
- sperimentare spazi di confronto per costruire una prospettiva di miglioramento all’interno del proprio contesto e nella relazione con altri soggetti (rapporto Servizio Sociale - altri Servizi - territorio).
Calendario degli incontri
►martedì 25 novembre 2025 dalle 9.30 alle 13.30
►giovedì 29 gennaio 2026 dalle 9.30 alle 13.30
►giovedì 26 marzo 2026 dalle 9.30 alle 13.30
►giovedì 14 maggio 2026 dalle 9.30 alle 13.30
Sede: Memo, viale J. Barozzi, 172 Modena
Relatori: Anna Lucia Carretta e Heikki Ervast
Destinatari: Coordinatori pedagogici dei servizi 0-6 del CPT di Modena
Durata: 4 incontri di 4 ore ciascuno per un totale di 16 ore
Numero di adesioni: massimo 40 partecipanti